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Il flip teaching è una metodologia didattica che sta prendendo campo all’estero negli ultimi anni.
Le classi coinvolte in questa metodologia, dette flipped classroom, sono protagoniste di una inversione delle modalità di insegnamento tradizionale in cui il docente è il dispensatore del sapere e l’allievo recepisce, esercitandosi prevalentemente a casa.
Si utilizza il termine “flip” in quando viene ribaltata la modalità in cui vengono proposti i contenuti e i tempi utili per l’apprendimento.
Si tratta di una modalità di insegnamento (supportata da tecnologie) in cui si invertono i tempi e i modi di lavoro. Non è tanto la classe ad essere “capovolta” quanto il normale schema di lavoro in classe.
Tipicamente, infatti, si ha un primo momento in cui l’insegnante spiega (fa “lezione”) seguito da un secondo momento in cui agli studenti sono assegnati problemi da risolvere tipicamente da svolgere a casa (i “compiti a casa”).. L’insegnante diventa quindi un supporto alla comprensione di quanto appreso a mano a mano dagli allievi e dovrà impiegare il proprio tempo in questo processo di passaggio dall’ampliamento delle conoscenze all’acquisizione di capacità e competenze.

Un nuovo modello educativo che auspicabilmente potrebbe essere adottato da insegnanti e scuole, per incrementare sensibilmente l’efficienza del sistema scolastico, la soddisfazione di insegnanti, alunni e genitori.
Un nuovo paradigma in grado di trasformare le relazioni, per riportare studenti, insegnanti e anche genitori al centro del processo educativo, favorendo creativita’, condivisione, espressione dei talenti e lavoro di gruppo.
 
Ecco un video per capire meglio:

http://www.lacimetta.com/2013/09/13/flipped-classroom-o-classe-rovesciata/

 video a casa = ¡ıןɐʇuoɹɟ ıuoızǝן ǝןןɐ oʇɐɔıpǝp odɯǝʇ ןı ǝɹınuıɯıp

Flipped learning, ovvero la metodologia dell’insegnamento capovolto.

L’immagine fa vedere quali sono le proposte che possono essere fatte dagli educatori per guidare gli studenti nel processi di apprendimento, ma si sofferma anche su cosa produrranno gli studenti dopo aver sperimentato e utilizzato le risorse segnalate dai docenti.

 

 
 
La consapevolezza che ogni individuo ha un suo modo d’essere, sarebbe bello riuscire ad avvicinarci alla “didattica inclusiva”, fornendo del materiale didattico il più semplice possibile, fruibile senza problemi anche da chi ha difficoltà nella lettura; dedicando più tempo agli alunni, in modo da supportare chi ha più bisogno senza annoiare chi è più bravo; fornire dei compiti diversificati e più coinvolgenti per gli studenti più bravi.
L’insegnamento capovolto va nella direzione della soluzione di questi problemi e  promette anche molto di più!
 

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