Kahoot! Imparare giocando 

Si fa un KAHOOT, esercitiamoci in classe!

Perché non dare  la possibilità ai ragazzi di “partecipare” direttamente alla produzione dei contenuti digitali  creandone uno loro stessi?

Kahootè una piattaforma gratuita basata sulla Gamification per creare in modo semplice e divertente questionari, test, quiz e verifiche da proporre agli alunni sia in presenza con LIM e Tablet che online.

Sorgente: Kahoot! Imparare giocando | Insegnanti 2.0

APEdario: È faticoso, essere maestr* in quinta

È faticoso, essere maestr* in quinta.

Perché per anni hai cercato di seguire i ritmi di ognuno, non preoccupandoti poi così tanto, pensando ogni volta “lo faremo l’anno prossimo”, e ora sai che non ci sarà un anno prossimo. Cioè, ci sarà, ma ognuno per proprio conto, tu da una parte e loro dall’altra. E al massimo v’incontrerete in cortile, improvvisamente timidi, imbarazzati e in cerca di cose divertenti e intelligenti da raccontarvi (no, come va alle medie non conta).
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché vorresti finalmente vedere i frutti, dopo tanto seminare: e non è che i frutti maturino sempre così facilmente. E se i semi non avessero attecchito? E se tu non avessi innaffiato, concimato, nutrito, sostenuto nel modo giusto? Se avessi dato troppa acqua, troppa luce, troppo concime, troppo sostegno? O troppo poco, che chissà se è meglio o peggio.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché hai avuto quasi cinque anni per guardare, ascoltare, leggere, intuire. E comunque ti accorgi che, forse, di qualcuno hai capito poco, o quasi nulla. E anche chi ti sembrava d’aver compreso, a volte sfugge, nella necessità di crescere, staccarsi, andare.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché, anche se le tue mani vanno, da sole, verso un viso, o una testa, da carezzare, la mente a volte le ferma, chiedendoti se quel gesto sia ancora gradito. Perché le lacrime dei 10anniquasi11 fanno ancora più male dei 6quasi7. Perché i dolori sono spesso più celati. Perché la strafottenza e il sorriso irridente non sempre riescono a nascondere la paura, la sofferenza, la timidezza, il disagio.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché, come coi figli, a volte non vedi l’ora che se ne vadano, mentre, nello stesso istante, vorresti che non se ne andassero mai.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché crescono, sudano, scalpitano, fremono. Perché sono piccoli e grandi. Perché non sono né piccoli né grandi. Perché vogliono essere piccoli e grandi. Perché non vogliono essere né piccoli né grandi. Perché sono i più grandi tra i piccoli e i più piccoli tra i grandi. Perché hanno le idee confuse. E tu con loro.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché gli ormoni sono potentemente in circolo, il cuore salta i battiti o sfonda la cassa toracica, le gambe si allungano di scatto per fare uno sgambetto pensando sia un buon modo per attirare l’attenzione, le stringhe sono perennemente slacciate, i capelli lunghi un’ora raccolti e l’altra sciolti, quelli corti sempre troppo corti, le unghie rosicchiate o smaltate, le maniche in bocca, le penne pure. Perché bevono, e vanno in bagno, vanno in bagno, vanno in bagno.
A volte, ti chiedi se davvero siano passati 5 anni.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Po ci pensi, e ti accorgi che le cose più belle della tua vita ti sono spesso costate una gran fatica.

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