BlogParty from Italy

BlogParty from Italy
Italy: Primary School


Ecco il mio primo LinkyParty, nei Blog delle altre nazioni sono molto diffusi!
Mi piacciono tanto queste iniziative, mirate a far conoscere il proprio blog e a conoscerne di nuovi, proprio partecipando ad alcuni party ho conosciuto molti Blog e tantissimi colleghi.

Questo è un linky party aperto a tutti i  Blog che si occupano di scuola e bambini senza limiti di provenienza, è appunto un International Linky Party.

Noto, con piacere che ricevo molte visite da colleghi lontani ed ecco che nasce l’idea di allargare l’adesione a chiunque voglia partecipare, dopotutto più siamo meglio è giusto?
Ecco le semplici regole da seguire per poter aderire alla mia iniziativa.

REGOLAMENTO  {FACOLTATIVO}

1. Potete diventare miei follower, lasciare un commento o un suggerimento per i prossimi LinkyParty.

2. Invitate le vostre lettrici a partecipare inserendo il bottone del party sul vostro blog, condividendo l’iniziativa sui social.

3. Aggiungete il vostro Blog alla raccolta e seguite quanti altri blog volete, condividendo i loro post o meno.

4. Il Primary School LinkyParty dura fino al 14 febbraio 2014St.Valentine Day 😉

Cliccate su “ADD YOUR LINK” sotto e inserite il link del vostro blog, il nome che volete venga visualizzato e il vostro indirizzo email, quest’ultimo non verrà pubblicato.

Se non vi piacciono le foto che appaiono dalla lista di Inlinkz.com, potete usare l’opzione ‘carica dal tuo computer’ o ‘carica da url’ e sceglierla voi e la vostra adesione a questo punto sarà completa!
Più successo avrà questo Party e più potenziali lettori avrete!
Mi raccomando, partecipate in tante e condividete!

In conclusione, per questo linky party non ci sono regole precise nè obblighi di seguire nessuno, basta fare tutto nel rispetto del lavoro altrui e non aspettarsi di più di quanto si è disposti a fare.

An InLinkz Link-up

Grazie a 

BlogLovin Partyda cui ho preso spunto per questo post!

My Little Inspirations

e GRAZIE ad EMANUELA per il supporto tecnico e la disponibilità!

FB-Foto-Privacy e Minori in RETE 2



Parliamo di sicurezza informatica, più precisamente del sempre più ampio numero di minorenni che si registrano sul social network più popolare al mondo: Facebook.

 
Ad oggi i minori di 13 anni non possono accedere a Facebook, sebbene molti bambini mentano sulla loro età e si iscrivono comunque.

E’ molto difficile far rispettare i limiti di età su internet, soprattutto quando i genitori autorizzano i figli ad accedere ai contenuti e ai servizi della rete.
L’argomento mi inquieta. Non è inquietante che la rete raccolga i dati personali dei bambini e che sette milioni e milioni di bambini stiano su social network pensati per grandi.

Quale necessità hanno i bambini di appena 10 anni di avere un profilo su FB?
Se Facebook nasce per connettersi agli amici, ritrovare persone di cui si sono perse le tracce, e al limite creare relazioni nuove, possibile che anche per gli under 13 esista questa esigenza? Che i bambini delle scuole elementari non possano incontrare altri bambini soltanto, che so, nei giardini, sui campetti da calcio, e udite udite, nei cortili? Fatemi sapere, se volete, che ne pensate. Forse sbaglio io, e non capisco. Chissà. (LASTAMPA)

 
 
Partiamo con un problema frequente: cosa si deve rispondere al bambino che accusa il genitore di avere un profilo, ma di non permettere a lui di fare altrettanto? L’autorità del genitore non deve mai essere messa in discussione, il figlio deve sapere che le decisioni degli adulti in merito alla sua educazione sono inappellabili e non c’è spazio per trattative. Se l’utilizzo del Social Network è regolato da un’età minima è una ragione sufficiente per impedirne l’accesso ai minori.

Quali sono i pericoli a cui è esposto un ragazzino?
Oltre a quelli evidenti di essere contattato da malintenzionati, c’è anche il rischio che si isoli davanti al computer e che tenda a sviluppare la sua intera esistenza attraverso la rete. Il problema è reale perché le ultime ricerche hanno evidenziato che Facebook ha un’azione gratificante sulla psiche umana: attivando il circuito della ricompensa (insieme di imput cerebrali che si accendono in coincidenza con sensazioni di piacere) assimila l’amicizia virtuale a quella in carne e ossa. Tradotto: un “like” lasciato sotto ad una foto o ad uno status è gradito come -e forse più- un apprezzamento a voce e una chat a suon di emoticons e slang internettiano vale quanto una confidenza tra amici.

Come insegnare a distinguere la vita virtuale da quella reale?
Le amicizie su Facebook sono più facili e immediate: condividere solo quello che sappiamo incontrerà l’approvazione della nostra audience, è una scorciatoia per mettersi in mostra e avere l’attenzione degli amici. Nella vita quotidiana il coinvolgimento si conquista con esperienze comuni e la complicità è un traguardo che si raggiunge in anni di intesa fidata. L’unico strumento che i genitori hanno per trasmettere la vera anima dell’amicizia è proporre modelli di amicizia reali: dal punto di vista pedagogico un esempio positivo è la lezione più costruttiva.

Diventare “amici” è un buon escamotage per controllare il proprio figlio?
Assolutamente no, la supervisione deve essere esplicita per essere educativa. Monitorare le sue mosse in rete sarebbe come spiare nel suo diario segreto: un’azione invadente e irrispettosa. Provare invece a regolare modi e tempi di utilizzo accordandoli con i propri, in modo da non lasciare mai il ragazzino davanti al computer da solo è una buona tecnica per farlo sentire parzialmente libero ma comunque sotto la supervisione del genitore.

Sono circa 4 milioni i bambini al di sotto dei 13 anni che utilizzano facebook e non dovrebbero.

Questi dati trovati in rete mostrano come ci sia poca attenzione nei confronti dei minori che su facebook come su altri social network possono essere soggetti a violazioni della privacy che possono mettere in serio pericolo la loro situazione.
Le politiche di facebook informano che non possono essere accettate iscrizioni da parte di utenti che hanno meno di 13 anni per motivi di sicurezza, ma la scarsa attenzione dei genitori e la facilità con cui si può aggirare questo blocco, hanno portato ad un aumento vertiginoso dei minori su facebook.

  

NO FOTO on-line!

NO FOTO on-line!
I genitori sono avvertiti: postare le foto dei nostri bambini su Facebook, commentare pubblicamente sui social network le frasi buffe e sgrammaticate o il tenero innamoramento per una piccola amica del quartiere danneggia il loro “futuro digitale”. Peggio: non soltanto vìola la loro privacy ma potrebbe addirittura compromettere le loro relazioni sociali quando un giorno saranno adulti o persino influenzare la loro reputazione nel momento di un importante colloquio di lavoro, visto che chiunque potrebbe scavare nel loro passato e rivangare episodi imbarazzanti. continua…

Io evito di mettere le foto dei miei alunni, di mio figlio e dei suoi amici proprio per i motivi indicati nell’articolo e vorrei che anche i miei contatti si rendessero conto della problematica!!!

Ricorda IL WEB è per SEMPRE!

Tu cosa ne pensi???

 

EDMODO: Social Networking for Education

ME&EDMODO

http://www.evernote.com/shard/s269/sh/6f498397-a43f-4c8a-b8f9-033045a42f1f/4504379118c641b5f2a96de0baac4436

in inglese: what Edmodo can do…

in inglese: how to create an account…

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IO sono su EDMODO! …e TU?                                                                                   Conosci EDMODO/Sei su EDMODO? Lascia una traccia sul mio BLOG 😉


Leave a msg…;)

 

Foto on-line e privacy

Foto on-line e privacy





Parenti, Amici, colleghi, genitori ed alunni pubblicano facilmente foto online.
Leggendo un articolo sul web, ho deciso di pubblicare un post sull’argomento.
Io cerco di rispettare la privacy dei miei cari e sopratutto dei bambini. Quando pubblico online le foto dei miei cari cerco sempre di nascondere in qualche modo il volto.
Voi lascereste aperta la porta di casa vostra, in modo che chiunque possa curiosare?
Da poco sperimentiamo cosa voglia significare avere una “presenza online” o una “identità online”. Cosa penseranno i nostri figli quando da grandi scopriranno che sono state pubblicate delle loro foto da piccoli? E se una delle tante immagini o video pubblicati, potesse avere conseguenze nel loro futuro? Parliamo di qualsiasi cosa, dai vestitini, al colore dei capelli oppure a piccole balbuzie. Cosa pensereste se i vostri genitori caricassero oggi, una vostra foto “scomoda”? Probabilmente ve la prendereste a male.
Anche i bimbi hanno diritto alla propria privacy e noi dobbiamo tutelarla.

clicca sul link x leggere  Qualora la fotografia di un ritratto (ovvero del viso) di un individuo (o dei genitori, del coniuge o dei figli dello stesso) sia pubblicata senza il suo consenso, questi potrà rivolgersi al giudice per ottenere l’inibizione della pubblicazione stessa oltre al risarcimento dei danni ad essa conseguenti

Sapevate, per esempio, che FACEBOOK acquista i diritti delle immagini?
Non sarebbe meglio evitare la pubblicazione di foto su questo social network?
Capita molto spesso che qualcuno pubblichi una foto che ci ritrae
senza averci richiesto il permesso.
Se a farlo è un Amico, solitamente, è sufficiente una richiesta informale per ottenerne la rimozione.
Nel caso in cui la nostra richiesta non venga accolta, abbiamo l’opportunità, tramite un’apposita segnalazione, di richiedere la sua rimozione.




I will answer as soon as possible!

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WI-FI…pericolo in vista!

WI-FI…pericolo in vista!

Forse non tutti sanno o sono consapevoli del fatto che quando sfruttiamo le reti invisibili, che ci attraversano ogni giorno da capo a piedi, perfino mentre stiamo dormendo, in qualche modo sono dannose per il nostro benessere psico fisico.

Avere il WI-FI sempre attivo, soprattutto nelle scuole, preoccupa mamme ed insegnanti.

Seguono due link per tenersi informati…e non sentirsi dire: “Non preoccuparti, il WI-FI non è pericoloso!
Consiglio a tutti di tenere i bambini lontani dal cellulare, almeno fino a 12 anni.

“I bambini, le persone malate, i disabili, e gli anziani, sono particolarmente a rischio a causa dei  campi elettromagnetici.  I bambini, dal momento che i loro corpi e cervelli sono ancora in via di sviluppo, sono particolarmente sensibili alle condizioni ambientali non fisiologiche. Esplicando  la loro gioia di scoprire e seguendo il loro istinto del gioco, i bambini percepiscono questi dispositivi elettronici senza fili come un attraente giocattolo, completamente ignari di qualsiasi rischio. Come genitori e tutori, abbiamo la responsabilità di tutelare i bambini che rappresentano il nostro futuro.

Si consiglia pertanto di rinunciare all’uso del Wi-Fi  scegliendo invece soluzioni cablate, sicuramente a casa così come nelle scuole e nelle scuole dell’infanzia, insomma, in tutti i luoghi in cui i bambini trascorrono lunghi periodi di tempo.”
Dr. Christine Aschermann, Leutkirch
Dr. Barbara Dohmen, Murg

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˙˙˙ɯooɹssɐןɔ pǝddıןɟ (؛ ıɔoɯɐıuɹoıƃƃɐ

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Il flip teaching è una metodologia didattica che sta prendendo campo all’estero negli ultimi anni.
Le classi coinvolte in questa metodologia, dette flipped classroom, sono protagoniste di una inversione delle modalità di insegnamento tradizionale in cui il docente è il dispensatore del sapere e l’allievo recepisce, esercitandosi prevalentemente a casa.
Si utilizza il termine “flip” in quando viene ribaltata la modalità in cui vengono proposti i contenuti e i tempi utili per l’apprendimento.
Si tratta di una modalità di insegnamento (supportata da tecnologie) in cui si invertono i tempi e i modi di lavoro. Non è tanto la classe ad essere “capovolta” quanto il normale schema di lavoro in classe.
Tipicamente, infatti, si ha un primo momento in cui l’insegnante spiega (fa “lezione”) seguito da un secondo momento in cui agli studenti sono assegnati problemi da risolvere tipicamente da svolgere a casa (i “compiti a casa”).. L’insegnante diventa quindi un supporto alla comprensione di quanto appreso a mano a mano dagli allievi e dovrà impiegare il proprio tempo in questo processo di passaggio dall’ampliamento delle conoscenze all’acquisizione di capacità e competenze.

Un nuovo modello educativo che auspicabilmente potrebbe essere adottato da insegnanti e scuole, per incrementare sensibilmente l’efficienza del sistema scolastico, la soddisfazione di insegnanti, alunni e genitori.
Un nuovo paradigma in grado di trasformare le relazioni, per riportare studenti, insegnanti e anche genitori al centro del processo educativo, favorendo creativita’, condivisione, espressione dei talenti e lavoro di gruppo.
 
Ecco un video per capire meglio:

http://www.lacimetta.com/2013/09/13/flipped-classroom-o-classe-rovesciata/

 video a casa = ¡ıןɐʇuoɹɟ ıuoızǝן ǝןןɐ oʇɐɔıpǝp odɯǝʇ ןı ǝɹınuıɯıp

Flipped learning, ovvero la metodologia dell’insegnamento capovolto.

L’immagine fa vedere quali sono le proposte che possono essere fatte dagli educatori per guidare gli studenti nel processi di apprendimento, ma si sofferma anche su cosa produrranno gli studenti dopo aver sperimentato e utilizzato le risorse segnalate dai docenti.

 

 
 
La consapevolezza che ogni individuo ha un suo modo d’essere, sarebbe bello riuscire ad avvicinarci alla “didattica inclusiva”, fornendo del materiale didattico il più semplice possibile, fruibile senza problemi anche da chi ha difficoltà nella lettura; dedicando più tempo agli alunni, in modo da supportare chi ha più bisogno senza annoiare chi è più bravo; fornire dei compiti diversificati e più coinvolgenti per gli studenti più bravi.
L’insegnamento capovolto va nella direzione della soluzione di questi problemi e  promette anche molto di più!