Il LifeLong Learning o apprendimento permanente 

Il lifelong learning (o apprendimento permanente) consiste in un approccio “personale” che mira all’accrescimento del proprio bagaglio di competenze e conoscenze. Il processo ha lo scopo di modificare o ampliare le competenze e conoscenze possedute, in quanto non più adeguate rispetto ai nuovi bisogni sociali (autorealizzazione e inclusione) e professionali (occupazione).

Con il termine “lifelong learning” (LLL), si intende quindi un processo di auto-orientamento ed (auto)educazione continua durante tutto l’arco della vita.

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La versione italiana della Ruota della Padagogia a cura di Maria Cristina Bevilacqua

La versione italiana della Ruota Padagogica realizzata da Maria Cristina Bevilacqua, grazie al suo lavoro questo strumento è ora alla portata di tutti. Nel mio post viene spiegato cosa sia la Ruota Padagogica e come sia strutturata, che rapporto abbia con il modello SAMR e la tassonomia di Bloom.

In conclusione un percorso che rimanda a documenti di approfondimento.

La cosa essenziale da rilevare a proposito della ruota, specie in questi tempi di infatuazione tecnologica, è che la ruota tratta di pedagogia non di applicazioni: sono le tecnologie a doversi conformare alle esigenze della didattica e non il contrario, come sempre più spesso accade!

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APEdario: È faticoso, essere maestr* in quinta

È faticoso, essere maestr* in quinta.

Perché per anni hai cercato di seguire i ritmi di ognuno, non preoccupandoti poi così tanto, pensando ogni volta “lo faremo l’anno prossimo”, e ora sai che non ci sarà un anno prossimo. Cioè, ci sarà, ma ognuno per proprio conto, tu da una parte e loro dall’altra. E al massimo v’incontrerete in cortile, improvvisamente timidi, imbarazzati e in cerca di cose divertenti e intelligenti da raccontarvi (no, come va alle medie non conta).
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché vorresti finalmente vedere i frutti, dopo tanto seminare: e non è che i frutti maturino sempre così facilmente. E se i semi non avessero attecchito? E se tu non avessi innaffiato, concimato, nutrito, sostenuto nel modo giusto? Se avessi dato troppa acqua, troppa luce, troppo concime, troppo sostegno? O troppo poco, che chissà se è meglio o peggio.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché hai avuto quasi cinque anni per guardare, ascoltare, leggere, intuire. E comunque ti accorgi che, forse, di qualcuno hai capito poco, o quasi nulla. E anche chi ti sembrava d’aver compreso, a volte sfugge, nella necessità di crescere, staccarsi, andare.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché, anche se le tue mani vanno, da sole, verso un viso, o una testa, da carezzare, la mente a volte le ferma, chiedendoti se quel gesto sia ancora gradito. Perché le lacrime dei 10anniquasi11 fanno ancora più male dei 6quasi7. Perché i dolori sono spesso più celati. Perché la strafottenza e il sorriso irridente non sempre riescono a nascondere la paura, la sofferenza, la timidezza, il disagio.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché, come coi figli, a volte non vedi l’ora che se ne vadano, mentre, nello stesso istante, vorresti che non se ne andassero mai.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché crescono, sudano, scalpitano, fremono. Perché sono piccoli e grandi. Perché non sono né piccoli né grandi. Perché vogliono essere piccoli e grandi. Perché non vogliono essere né piccoli né grandi. Perché sono i più grandi tra i piccoli e i più piccoli tra i grandi. Perché hanno le idee confuse. E tu con loro.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché gli ormoni sono potentemente in circolo, il cuore salta i battiti o sfonda la cassa toracica, le gambe si allungano di scatto per fare uno sgambetto pensando sia un buon modo per attirare l’attenzione, le stringhe sono perennemente slacciate, i capelli lunghi un’ora raccolti e l’altra sciolti, quelli corti sempre troppo corti, le unghie rosicchiate o smaltate, le maniche in bocca, le penne pure. Perché bevono, e vanno in bagno, vanno in bagno, vanno in bagno.
A volte, ti chiedi se davvero siano passati 5 anni.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Po ci pensi, e ti accorgi che le cose più belle della tua vita ti sono spesso costate una gran fatica.

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LA SHOAH RACCONTATA AI BAMBINI | Sitografia

  • Qualche volta è difficile raccontare un argomento drammatico e complesso con i bambini. In questo possono aiutare i libri che, attraverso storie e immagini, sanno trovare le parole giuste per i più piccoli

http://www.guidagenitori.it/tempo-libero/libri/7994-nella-giornata-della-memoria-leggiamo-ai-bambini-storie-sullolocausto/

  • Come parlare di temi difficili ai ragazzi? La migliore soluzione è sempre un libro. Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria per ricordare una delle pagine più terribili della Storia umana: la tragedia delle persecuzioni naziste e lo sterminio del popolo ebraico.

http://www.minimondi.com/il-giorno-della-memoria-come-raccontare-lolocausto-ai-ragazzi/

  • Il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria. Ecco come spiegare la Shoah ai bambini

http://www.bebeblog.it/post/102005/giornata-memoria-shoah-bambini

  • Ci sono un papà, un bambino e una bambina, stretti nel loro abbraccio…un’app disponibile, in italiano e in inglese, su App Store pubblicata da Paragrafo Blu

https://www.wired.it/play/libri/2015/01/26/storia-interattiva-per-spiegare-lolocausto-bambini/